Aprirsi voleva dire, per certi versi, patire. Ma patire non doveva necessariamente voler sottintendere per sempre, dunque, c'era solo la prospettiva di soffrire per un certo periodo, al fine di "rompere" l'assetto conosciuto e poterlo riversare in chiaro, agli occhi di tutti, sotto lo sguardo attento di chi si conosceva.
Omertà era uguale a timore di parlare e dire, paura di confessare.
Una certa classe capì che, ciò che stava avvenendo, poteva essere da stimolo a farsi finalmente avanti. Confessare, stava divenendo l'azione che la nazione voleva sostenere, gradire, giustificare. Il tempo era inspiegabilmente divenuto a loro favorevole.
I gay!
Senza la lotta all'omertà (che resta ben divisa e lontana per importanza), ancora oggi, non avremmo il fenomeno gay.
La loro natura per secoli ha rappresentato l'omertà conosciuta e mai la confessione aperta, perché dovremmo assecondarli adesso? Solo perché sappiamo che loro sono in molti? Ma, se la loro natura è un reale "difetto" (per favore, invito a comprendere pacatamente il senso provocatorio), possiamo esser sicuri che NON difettati siano i loro pensieri?
Anzitutto, per meglio iniziare, è opportuno rispondere alla seguente domanda: perché gay?
Chi sono i gay e chi e cosa essi rappresentano per il sociale?.
...Sono davvero corrette tutte le lotte che portano avanti?
...Sono da considerare l'altro mondo lontano, ma che non vogliamo scoprire?
...perché sono così permissivi e di "facili costumi"?
...Hanno davvero una mentalità diversa da tutti i cosiddetti normali?
...Credi che i concetti generali siano stati da loro sovvertiti?
...Pensi che siano divenuti il club privè che addirittura allontana?
...Sei davvero sicuro che un gay riesca a mantenersi imparziale in cause per i gay?
...E se, a rappresentarti politicamente, fosse un gay?
...Parlare di loro, ti infastidisce ancora?
Tu sai che i gay hanno costituito per lungo tempo la mano d'opera della prostituzione. Dove c'era un casino, una casa chiusa, c'erano indissolubilmente i "femminucce" che ripulivano, lavavano e stiravano per le puttxxx.
Erano il segno evidente dell'anormalità che conviveva con gli uomini, quelli autentici, impegnati in ben altri mestieri, mentre, al fabbisogno della casa, era la donna a provvedere.
Oggi, i gay, li si vede impegnati in lavori a stretto contatto con il pubblico ed in altre mansioni dirigenziali;
Hanno "occupato" posti che maggiormente espongono gli italiani agli occhi del mondo estero, primo fra tutti quello dell'alta moda;
Vogliono raggiungere equità, che fino a qualche decennio erano impensabili;
Organizzano manifestazioni e cortei nei quali ostentano la loro class-action;
Si radunano in circoli privati e, come avviene per i Lions Club, si qualificano;
Si sono impadroniti di spazi talvolta vitali, proprio lì, dove l'omosessualità è considerata oltraggiosa (chiesa);
I luoghi pubblici sono i palchi su cui prediligono interpretare il loro ruolo;
Esponenti politici gay sono riusciti a conquistare fiducia ed affabilità.
Mi piace sapere che vorrai cimentarti con la tua capacità interpretativa degli eventi e che vorrai rispondere a tutti i quesiti che ti ho posto.
Un'altra cosa importante: Visto il tema trattato, abbiamo pensato fosse opportuno dare, già da oggi, un altro periodo di Libero Intervento.
Ti aspettiamo!
Questo articolo è Copyright © di Io Non Mollo - Riproduzione vietata - Pubblicato 10 anni fa -
6.300
Valori: 2620 ....... Rango: Veterano
Ahi ahi ahi!
Buon giorno.
L’argomento trattato, per la sua complessità è talmente vasto, che si potrebbe addirittura chiuderlo con poche parole: Umanità – Comprensione – Rispetto – Libertà.
So però che ciò non basta, perché, come tutte le altre questioni legate alla sessualità, si è di fronte a tantissime sfaccettature, prima fra tutte la questione morale.
Io conosco omosessuali (parlo ovviamente per entrambi i sessi) che, senza bisogno di dichiararlo esplicitamente con gli atteggiamenti tipici, dimostrano di essere pienamente appartenenti alla “normalità” di tutti gli altri. Ne conosco altri che invece, e con mia rabbia, dimostrano appieno la loro diversità, obbligandoci a convivere con essa.
Come si può intuire, l’accettazione degli omosessuali, da parte della comunità, dipende in prevalenza da come essi si inseriscono nel tessuto sociale e cosa dall’ambiente circostante essi vorrebbero ottenere. Perché di ottenimenti si tratta.
Infatti, per noi normali, non vi è la necessità di essere riconosciuti “normali”, lo siamo; loro, gli omosessuali, hanno voluto e vogliono introdursi, creando la loro “specie”, aumentando di fatto, la loro diversità.
Mi sento di offrir loro solo un esortante consiglio: Vivete la vostra vita nella normalità delle cose naturali, senza dare sfoggio del vostro essere (non ce n’è bisogno) e vedrete che minori saranno le occasioni di confronto e di obbligata accettazione.
Ovviamente, non state lì a pretendere il libero sfogo delle cose ANORMALI, tipo “baciarsi in pubblico o manifestare vestiti da baldr…. o da mister baffo”. Otterrete solo l’alterazione del quieto vivere. Devono ricordare che loro saranno forse mezzo miliardo di individui, ma che hanno di fronte sette miliardi di altri individui che pretendono anch’essi il loro rispetto.